Una madre in attesa: l’angosciante storia di Nir Forti, sparito a Gaza!

Una madre in attesa: l’angosciante storia di Nir Forti, sparito a Gaza!
Nir Forti

Il confine di Gaza, una regione notoriamente travagliata, è diventato il luogo inaspettato di una celebrazione esplosiva. Il vasto deserto ha assistito a un rave animato in onore della festività ebraica del Sukkot. Giovani provenienti da diverse località si sono radunati per immergersi nella musica e nell’energia della notte. Ma quella che doveva essere una notte di gioia e connessione si è trasformata improvvisamente in un teatro di orrore quando terroristi hanno fatto irruzione, interrompendo bruscamente la festa.

Tra le vittime che non sono riuscite a sfuggire alle grinfie del terrore c’era Nir Forti, un italo-israeliano con una passione sfrenata per la vita. La sua storia non è solo quella di una vittima, ma quella di un uomo che ha vissuto con ardore e determinazione. Cresciuto a Tel Aviv, Nir era una miscela di entusiasmo sportivo, con una debolezza per il Milan, e serietà accademica. I suoi studi lo avevano portato a girare l’Europa e per un periodo Londra era diventata la sua seconda casa, dove aveva potenziato le sue competenze professionali.

Era un individuo dalla curiosità innata, che aveva scelto una carriera nel settore sanitario. Il suo ruolo di responsabile delle vendite in un’azienda di spicco non dimostrava solo la sua astuzia negli affari, ma anche la sua dedizione al benessere degli altri. Fuori dal lavoro, Nir era conosciuto per la sua voce attiva nelle questioni civiche, partecipando spesso a manifestazioni e promuovendo il cambiamento.

Quella notte fatale, Nir non era solo. Era accompagnato da una cara amica, entrambi desiderosi di lasciare alle spalle lo stress quotidiano e perdersi nel ritmo della musica. Tuttavia, l’incursione di Hamas ha sconvolto tutto. Più di 260 anime sono state spezzate quella notte e molte sono state prese come ostaggi. La notizia della scomparsa di Nir ha spezzato il cuore della sua famiglia, con la conferma ufficiale che arrivava dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Ma Nir non è l’unico a mancare. Anche Liliach Havron ed Eviatar Kipnis, un’altra coppia italo-israeliana, sono diventati fantasmi. La coppia viveva nel kibbutz di Beeri e la loro assenza ha ulteriormente aggravato l’atmosfera tesa. Circa 200 individui erano ora nelle mani di Hamas, diventando pedine in un pericoloso gioco politico.

Il ricordo più vivido e doloroso di quella notte per la madre di Nir è stato l’ultimo squillo del telefono. La voce di suo figlio, chiaramente spaventata, le diceva che stava cercando di fuggire. Ma una seconda chiamata ha rivelato un ostacolo fatale: terroristi li avevano intercettati. La disperazione e l’ansia si sono intensificate con il suono incessante degli spari.

Oggi, in mezzo alla tragedia, una famiglia aspetta e spera. In un mondo spesso segnato dalla violenza, la storia di Nir è un ricordo struggente della fragilità della nostra esistenza e della profondità delle nostre connessioni.