Tensioni Israele-Hamas: le preoccupazioni globali della WTO sul commercio e l’energia

Tensioni Israele-Hamas: le preoccupazioni globali della WTO sul commercio e l’energia
Wto

Il Wto continua ad avanzare perplessità sulla tenuta dell’economia globale. Il teatro mondiale è in subbuglio a causa dell’inasprirsi recente tra Israele e Hamas. Oltre alle evidenti implicazioni umanitarie e politiche, si profila all’orizzonte un potenziale disastro economico che potrebbe propagarsi in tutto il mondo. Al centro di questa preoccupazione? Il ruolo cruciale del Medio Oriente nell’approvvigionamento energetico mondiale.

Ngozi Okonjo-Iweala, la formidabile Direttrice Generale del Wto, ha espresso con chiarezza le sue preoccupazioni. Parlando a CNBC, ha sottolineato l’importanza strategica del Medio Oriente, in particolare per quanto riguarda le forniture di gas naturale e petrolio. “Questa regione è un pilastro dell’energia globale. Con le sue immense riserve di gas naturale e petrolio, qualsiasi interruzione qui può mandare in tilt l’economia mondiale,” ha avvertito.

Il cuore del problema è la potenziale interruzione delle forniture energetiche. Se il conflitto dovesse intensificarsi e coinvolgere altre parti del Medio Oriente, potrebbe bloccare le principali vie energetiche. Il risultato? Un’impennata dei prezzi dell’energia e una perturbazione delle principali rotte commerciali, uno scenario che l’economia globale già in difficoltà può mal permettersi.

Per aggravare le preoccupazioni, il Wto ha recentemente ridotto le sue previsioni di crescita commerciale per il 2023, citando un rallentamento della produzione globale. I dati di ottobre hanno dipinto un quadro poco incoraggiante, con proiezioni di crescita del commercio mondiale di merci ridotte a un misero 0,8% per l’anno, una netta diminuzione rispetto al 1,7% previsto in precedenza ad aprile.

Il contesto di questa crisi economica è l’attacco terroristico di Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre. L’assalto ha causato la tragica perdita di 1.400 vite, compresi cittadini americani. Il post-attacco ha visto quasi 240 individui presi in ostaggio a Gaza.

Ma il Medio Oriente non è l’unica regione a causare notti insonni agli economisti. Okonjo-Iweala ha evidenziato la ripresa economica meno brillante del previsto nel post-pandemia, in particolare in potenze come la Cina e l’Unione Europea. “La ripresa post-pandemica non è stata così robusta come previsto. La Cina, ad esempio, sta affrontando una crisi immobiliare. Anche la traiettoria di crescita dell’Unione Europea non ha soddisfatto le aspettative,” ha commentato.

In conclusione, mentre gli occhi del mondo rimangono fissi sul dramma che si svolge in Medio Oriente, le ramificazioni economiche aggiungono un ulteriore livello di complessità a una situazione già volatile. La speranza rimane per una risoluzione pacifica del conflitto, garantendo che il mondo non debba affrontare uno shock economico oltre alle esistenti crisi umanitarie e politiche.